Da MASSIMO

Ebbene sì, anche stavolta sono riuscito a portare un po' d'acqua...
Molta meno di quanto pensassi però...

Volevo "pubblicamente" ringraziare Marcella per i bei giorni passati da lei. Mi hanno dato tanto, spero di non disperdere quell'energia che ne ho ricevuto.

Mi è dispiaciuto non aver incontrato molti di voi come speravo, ma vabbuò, si vede che doveva andare così. Ci saranno altre occasioni.
Sapete che Marcella mi ha anche aperto un sito? Ora devo vedere se sarò in grado di lavorarci sopra... :-)

Per riprendere un lavoretto fatto con lei durante la passeggiata intorno ad un lago mi è venuto in mente di mandarvi una sorta di surreale dialogo tra "Max" e "Francesco" utilizzando i testi di due canzoni di Ramazzotti.

Ditemi se comprendete quello che l'uno vuole dire all'altro...

Io sono già incasinato ma, come promesso a Marcella, cercherò entro breve anche di mandarvi una sorta di cronaca di un'altra profonda esperienza che ho vissuto questo agosto presso l'ecovillaggio di Marilia, dell'associazione Basilico che frequento...

Ciao belli!

Max (un Max molto... "maturo") dice a Francesco... ("Nessuno Escluso")

Ti ricordi quando poi, cantavamo insieme noi: nessuno escluso, ognuno la sua libertà.
Solo che non è così, non è così.
Solo che la realtà è quella che vediamo qui.
Non è questo il paradiso, quello che immaginavamo tutti noi.
Non c'è mondo più diviso,
questo è il dato triste che rimane, che ci riguarda poi.
Hanno detto un giorno a me: il vero giusto sai chi è?
E' l'uomo che sa prendere un po' di colpa anche per sé... Anche per sé!
Forse un po', ti ferirà la verità; ma ora sai, sai perchè.
Non è questo il paradiso... (...)

Francesco (un Francesco meno... distratto) risponde a Max ("Non possiamo chiudere gli occhi"

Io mi chiamo Nino e ho dieci anni, vivo in più di 1000 periferie.
Ho parenti neri, bianchi e gialli ed ogni giorno subisco soverchierie.
La mia storia è un grido su bocche mute, una di quelle storie taciute.
Io mi chiamo Nino e tu devi ascoltarmi
è da quando esisto che su di me, alzano la voce e anche le mani
e il male che fa dentro tu non sai quant'è.
La mia storia è un grido che non ha fine, da quanto tempo io sento dire:
Non possiamo chiudere gli occhi, guarda là cosa succede!
Non possiamo chiudere gli occhi, dillo a chi non vuole vedere.
Il risveglio delle coscienze più non tarderà.
Sarà questa la notizia sconvolgente, quando arriverà!
Sono vostra madre e mi chiamo terra.
Vi ho cresciuti tutti quanti io.
Ricordate un tempo com'ero bella, prima che deturpassero il volto mio...
La mia storia è un grido di sofferenza in mezzo a troppa indifferenza!
Non possiamo chiudere gli occhi...
(...)
Io mi chiamo Nino e ho dieci anni, non dimenticarti mai di me!


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