Nel libro III delle Metamorfosi (versi 370-479), Ovidio narra il mito di Eco, una ninfa dei monti, e di un giovane vanitoso e superbo di nome Narciso, figlio della ninfa Liriope e di Cefiso, una divinità fluviale.Partendo dal racconto di questo mito, che in questo spazio virtuale ripropongo con un cartone animato stile manga giapponese, io introduco l'argomento della mia tesi di laurea dal titolo "L'ECOPSICOLOGIA APPLICATA ALL'EDUCAZIONE AMBIENTALE: UN NUOVO MODELLO PER L'ETICA DELL'AMBIENTE"."Credo che il mito di Eco e Narciso esprima in sé, nel modo più chiaro, conciso e compiuto, il senso più profondo, e al contempo più autentico e particolare, dei miei studi, della mia ricerca e del mio amore e passione per arte, cultura, natura e ovviamente per l’ecopsicologia (...). Questo racconto, tra l’altro, si presta molto bene per un’analisi di tipo ecopsicologico, in cui “l’amore per Sé e per l’Altro” – cioè per le persone, gli animali, le piante, i luoghi e gli ecosistemi – risulta essere un tema di fondamentale importanza.Il termine narcisismo descrive una condizione sia psicologica che culturale, quindi anche ecologica. Nel mito, infatti, è descritta la diretta conseguenza della perdita “dell’Altro” inteso come “Natura”.Quella di Narciso è l’immagine simbolo del nostro tempo, dell’Io (Ego) incapace di aprirsi al riconoscimento dell’Altro (Eco), dell’Io incapace di conoscere e di amare l’Altro, di accettare di non essere solo, di avere bisogno dell’Altro, che la verità e la conoscenza sono nell’Altro. In questo mito si percepisce il rifiuto di un confronto con l’Altro, che ha la capacità di mettere in discussione l’Io che si mette in relazione, distogliendolo dall’amore per Sé e focalizzando la sua attenzione e affettività verso colui o coloro che sono o vengono percepiti come diversi. Eco e Narciso, infatti, rappresentano al tempo stesso due estremi apparentemente fra loro incompatibili. Narciso è la figura della totale identità, mentre Eco è la pura alterità. L’incontro tra alterità e identità rende difficile, se non addirittura impossibile, la comunicazione. Narciso rifiuta questo confronto, rifiuta l’alterità, si ferma a ciò che è identità. L’amore per l’Altro è per Narciso sinonimo di debolezza e vulnerabilità, perché porta a scoprirsi veramente. Aprirsi all’Altro può essere motivo di sofferenza e Narciso rifiuta questa possibilità, anche rischiando di non formarsi completamente come soggetto. A livello culturale il Narciso può essere interpretato come una persona o società priva o carente di valori, quindi senza etica, poiché viene a mancare l’interesse per l’ambiente, per la qualità della vita e per i propri simili. Di conseguenza, chi sacrifica l’ambiente naturale al profitto e al potere rivela incoscienza e insensibilità. Quando l’Io è senza etica, senza valori e senza sani propositi, è incapace di cogliere e conoscere il vero senso della vita e la natura autentica di tutte le cose" (Testo tratto dalla mia tesi di laurea).
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