Venerdì 26 marzo 2021 - Incontro interno, fuori programma e facoltativo, per gli iscritti alla Scuola interessati allo scambio e condivisione per allenare pensiero critico e discernimento sui media e sui social.
Lo spunto, per questo incontro, è un articolo "avvelenato" su temi che indirettamente, ci riguardano (vedi quarto punto dell'articolo), che ha destato dibattito su whatsapp, da cui è nata la proposta di esplorare insieme il tema e l'episodio.
Lo scambio che faremo insieme sarà su tre punti:
1.
Riconoscere le emozioni che un tema trattato suscita in noi e saperle esprimere e canalizzare consapevolmente e costruttivamente.
2.
Sviluppare anticorpi per discernere la qualità di quanto si legge on line. Allenarsi a non accettare né ricusare passivamente e automaticamente un discorso, ma fermarsi, centrarsi e pensare con la propria testa e con il ragionamento e le informazioni a propria disposizione e con la disponibilità a cercare quelle mancanti.
3.
Consolidare argomenti per difendere e promuovere una più corretta visione degli obiettivi e pratiche in Natura e con la Natura che promuoviamo.
Foto: Julius Drost - Unsplash.com
Chi vuole partecipare è invitato a leggere l'articolo e a scrivere tra i commenti di questo almeno una considerazione aggiuntiva per ognuno di questi tre punti. Sarà un incontro in cui metteremo in pratica i principi della relazioni ecologiche per esplorare come gestire al meglio questa e simili situazioni.
Ci alleneremo a leggere un articolo con la testa e non con la pancia, utilissima in tante cose, non nell'elaborare, per esempio, una strategie di risposta. Quindi invito chi è interessato all'incontro a evidenziare quando sono espresse opinioni e quanto informazioni.
L'incontro è solo per chi vuole partecipare, non per osservatori passivi. Solo per chi inserisce le considerazioni richieste tra i commenti.
Registrandoti qui, su NP, all'evento riceverai il link via mail.
Commenti
Grazie Elena!
Buongiorno a tutti, mi scuso per essermi scollegata brutalmente (involontariamente) a causa di problemi nella connessione. Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di sperimentare il mio primo Cerchio di dialogo, per aver condiviso la mappa del pensiero critico e per aver avuto la possibilità di esprimere il mio pensiero in serenità.
Ripensando a quello che ho detto venerdì mi sono accorta che forse alcune parole potevano essere interpretate in modo sbagliato. Non sono "pro" scuola privata, sono "pro" quella scuola che permette ai ragazzi, di qualsiasi età, di valorizzare il loro talento.
Privata, pubblica o altro che sia.
Credo che sarebbe cosa buona se il sistema scuola integrasse quanto c'è di buono in ogni realtà. Ho conosciuto personalmente degli e delle insegnanti che questa integrazione già la fanno e altri che invece ancora sono semi chiusi (devo smetterla di frequentarvi, state cambiando il mio linguaggio!!!).
Ps. grazie per il messaggio in segreteria, mi ha dato conferma che voi predicare e razzolate moooolto bene!!!
Grazie Savo, grazie Angela e grazie ancora Chiara.
Vi riporto qui i punti citati ieri da Edgar Morin, sul pensiero critico, per "leggere" articoli di questo tipo.
E, alla fine della serata, siamo arrivati alle stesse conclusioni di Angela: i due nuclei del discorso - complimenti Angela, li hai visti subito! - sono sicuramente validi e importanti. Peccato che l'emozione mal canalizzata e la generalizzazione messa in campo dagi Autori hanno inquinato il discorso rendendolo alla fine... inefficace. Una bella lezione su come "non portare avanti" una buona causa.
Grazie a tutti per la ricca partecipazione di ieri!
Buon pomeriggio, ieri ho partecipato alla discussione che ho apprezzato, soprattutto, per il ritmo con cui si è svolta. Nel giro conclusivo della della discussione, ho condiviso col gruppo la necessità che il dibattito aveva fatto fiorire in me: la necessità di andare oltre al modello della contrapposizione (lineare e binaria) e cercare di "essere e fare" per superare questo modello. Stanotte poi ho pensato che, una forma di "superamento" possa essere anche quello della internalizzazione attraverso cui portare dentro (la società in tutte le sue manifestazioni), la relazione con la natura. Grazie. Buon pomeriggio
Buongiorno,
purtroppo ieri sera non sono riuscita a connettermi ma ho letto l’articolo “incriminato” con molta curiosità e interesse senza lasciarmi influenzare dal fatto che fosse stato indicato come “avvelenato”.
La mia lettura è avvenuta pertanto in completa apertura ed accoglienza delle opinioni che potessero esservi contenute ed in totale serenità ed empatia, prendendomi tutto il tempo necessario per una lettura non superficiale, non interpretativa e cercando di non cadere nell’inganno della classificazione, del giudizio, del pensiero o della logica binaria.
Dato che ero rimasta scontenta del fatto che, a mio avviso, mancavano le informazioni di base che potessero presentare in qualche modo gli autori ed esprimere meglio vision e competenze, ho deciso di non fermarmi alla lettura dell’articolo ma di colmare queste mie lacune con informazioni e articoli che ho potuto reperire online (sia degli stessi autori che di eventuali risposte), oltre ad altre informazioni più tecniche e legislative. Ho quindi poi riletto l’articolo per cercare di “separare” le due voci e ora posso dire di comprendere meglio il punto di vista che io credo abbiano espresso:
Alla luce di queste motivazioni ho compreso meglio anche il perchè sia stato fatto "di tutta l'erba un fascio" e cioè perchè siano state incluse tutte le realtà educative private, anche se spesso diverse tra loro sia per origini, storia, caratteristiche, pedagogia, ecc. che per tipologia ossia sia quelle che hanno come fruitori alunni che si trovano nell'età in cui l'istruzione è obbligatoria e sia quelli più piccoli (asili).
<<La scuola della Costituzione non può lasciare nessuno indietro e l’emancipazione di ognuno-a, intesa come liberazione dagli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo, è un interesse sociale prima ancora che un interesse personale. Nessuno può allora essere soddisfatto se la scuola pubblica produce successo formativo solo per una parte degli studenti (scuola pubblica selettiva), oppure che solo una parte degli studenti possa arrivare al successo formativo fuori dalla scuola pubblica (scuole alternative). In tutte e due casi scompare l’esigenza di cura, di giustizia, di equità come valori fondanti per la collettività e la democrazia.
La scuola “incarna”, nella sua funzione pubblico-sociale, l’interdipendenza individuo-società e a questo valore in termini di solidarietà tutti devono essere educati e formati. Per questo non può essere accettabile che la scuola sia intesa come un servizio alla persona, affidando i 700 euro di spesa pubblica pro capite ai genitori che scelgono dove assolvere all’obbligo scolastico, così come si dovrebbe smettere di considerarla al servizio dei governi di turno o peggio ancora destinarla al servizio delle politiche regionali, come vorrebbero alcuni governatori di regione e politici.>>
Un estratto dell'articolo di Anna D'Auria:
<<Da più parti, un’espressione ormai diventata un mantra è: la scuola non ce la fa, e i dati non ci consentono di contraddire questa affermazione. Tuttavia, il problema nasce quando, a partire da questo dato di fatto, si passa ad analizzarne le cause e soprattutto si declinano le possibili soluzioni.
Le due posizioni dominanti, e solo apparentemente diverse, sono:
– quella che attribuisce alle pedagogie attive e al movimento riformista degli anni ‘70/’80 la crisi della scuola e rivendica il ritorno alla predella, al merito, alla disciplina e, da pochi giorni, il ripristino dei voti nella scuola primaria;
– quella di coloro che denunciano lo stato in cui versa la scuola italiana: aziendalizzazione, scarsi investimenti, mancata innovazione, inadeguatezza delle strutture, burocratizzazione, cultura securitaria, didattiche tradizionali e l’emarginazione di aree fondamentali dello sviluppo (il corpo, l’autonomia), impreparazione degli insegnanti…>>
...
<< All’assunzione del modello neoliberista e delle logiche di mercato come principale regolatore sociale ha poi corrisposto per la scuola una lunga fase di pesante riduzione degli investimenti, di riforme in successione, di burocratizzazione, standardizzazione, caos normativo. Aspetti che hanno compromesso ulteriormente la capacità della scuola di farsi presidio di democrazia e di diritti.
La seconda posizione è quella che alimenta le variegate proposte: asilo nel bosco, scuole parentali, scuole private, scuole di tendenza che si pongono come alternative alla rete delle scuole pubbliche ritenute incapaci di garantire lo sviluppo dei talenti personali di ciascuno, in rapporto con le proprie libertà, con la natura, con l’esigenza di cooperazione e socialità, con la città (attingendo in maniera variegata alle proposte e alle esperienze pedagogiche del 900).
“Soluzioni” che aprono fortemente la strada all’idea che l’esperienza formativa è di sola responsabilità dei genitori, che può rispondere a domande specifiche di appartenenza (a confessioni religiose, gruppi di pensiero, no vax, no gender, no stranieri, no disabilità, …), che la risposta al bisogno formativo vada trovata individualmente.>>
...
<<In entrambi i casi a prevalere è, infatti, la logica che vede in contrapposizione interesse personale e interesse collettivo che, nello spirito della Costituzione, vanno invece considerati interdipendenti, poiché è in questo rapporto di interdipendenza che si colloca il fondamento stesso della nostra democrazia. Una chiara rappresentazione di questo ci è venuta dall’emergenza sanitaria, dove è stato evidente che non è possibile separare la salute del singolo da quella collettiva e viceversa.>>
Ecco il link dell'articolo, scritto dalla segretaria nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa, Anna D'Auria:
https://www.dinamopress.it/news/scuola-costituzionalmente-solidale/
Qui vengono spiegate (meglio e con toni equilibrati) le motivazioni, che probabilmente sottostavano all'articolo "avvelenato".
Grazie dei vostri commenti!
Condivido una splendida riposta all'articolo in questione:
Asilo nel bosco: altro che selva oscura, qui splende forte il sole
Leggendo provo sorpresa e un po’ di sgomento. Sorpresa soprattutto per la forza con cui i concetti sono espressi, quasi gli autori fossero arrabbiati. Sgomento perché mi risulta strano pensare che ancora oggi ci siano posizioni così radicate.
La scelta delle parole presenti nel testo mi lasciano un po’ di amaro in bocca: ci sono parole molto dure. Lo stile sembra portare a una divisione tra “buoni” e “cattivi” molto rigida.
Lo trovo denso di generalizzazioni, un po’ superficiale nelle argomentazioni. Per questo non mi convince del tutto (a parte il fatto che non condivido le argomentazioni).
Mi dà l’impressione di essere un “articolo d’altri tempi”, quasi più una propaganda che un’opinione espressa in rete.
Per quanto concerne il punto 4, ci sono delle affermazioni vergognosamente errate (es. Armonia, equilibrio e organicità non appartengono al mondo della biologia o della storia naturale, bensì ad una filosofia politica precisa.)
In alcuni passaggi sembra che la natura debba essere rinchiusa in una scatola e tirata fuori quando serve.
Credo che la scuola statale abbia dei pregi e che la scuola “nel bosco” ne abbia altri. Il fatto che un genitore possa scegliere tra diversi tipi di scuole per educare suo figlio, penso sia un bene. In particolar modo, quando il figlio trova delle difficoltà nell’adattarsi ad un tipo di scuola, è una ricchezza della società avere delle alternative da proporre (la famosa biodiversità!).